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giovedรฌ 22 dicembre 2022

Non volevo fare lo sbirro, un commento


Non volevo fare lo sbirro, non suona tanto strano questo diniego iniziale che รจ anche il titolo del romanzo di Gianni Gallo con Fabio Pietrosanti. Non lo รจ perchรฉ lo sento vicino al mio personalissimo diniego a continuare ad occuparmi di cronaca. Non intendo certo tediare nessuno, solo cercare di spiegare quanto possano essere tanto simili quanto difficili, le situazioni che accomunano il cronista e il poliziotto. E dunque cercare di compenetrarmi nelle storie. Storie narrate con molta veridicitร  da Fabio Pietrosanti che, a suo dire, temeva esattamente il contrario ottenendo invece un riscontro immediato da parte dei lettori nella stesura di questo avvincente romanzo. Storie violente, certo, ma dietro alle quali si cela l’umanitร  con tutte le sue perversioni e di fronte alle quali – ce lo poniamo spesso in questi ultimi tempi – solo uno รจ il dilemma: perchรฉ?

Non solo perchรฉ l’essere umano compie alcune azioni ma soprattutto perchรฉ molti altri ne seguono l’esempio oppure addirittura emulano chi lo fa. E senza scomodare la psichiatria, mi basta pensare alla legge eraclitea degli opposti per comprendere qualcosa di molto importante ossia che l’ordinaria straordinarietร  citata in prefazione da Fabio Pietrosanti รจ in realtร  qualcosa di incomparabilmente prezioso, forse il dono piรน grande che un professionista o semplicemente un uomo possa avere. E questo, in tempi tanto “oscuri” come quelli in cui – incredibilmente - ci ritroviamo a vivere, non รจ cosa da poco.

Adriana Sabato

 

 

 

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