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giovedรฌ 1 agosto 2019

BELVEDERE, LEONARDO DA VINCI AFFASCINA GLI ARGENTINI

BELVEDERE MARITTIMO Si รจ concluso con una conferenza dedicata a Leonardo Da Vinci, il Programma "Pitagora Mundus" attuato da IsCaPI.
Il progetto, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, si รจ tenuto nella Biblioteca del comune di Belvedere Marittimo a cura del Professor  Damiano Minisci, docente di Storia dell’Arte. Leonardo da Vinci, uno dei geni dell’umanitร , cercava di far propria tutta la realtร  interpretandola attraverso il fenomeno”.
 Ha esordito cosรฌ il professor Minisci incantando letteralmente il gruppo-studio degli ospiti provenienti dall’Argentina e tutto il pubblico presente, con un interessante percorso conoscitivo sull’ingegnositร  di Leonardo, del quale quest’anno ricorrono i cinquecento anni dalla morte.
Attraverso la disamina di sue diverse opere pittoriche si รจ dunque riscoperto un genio che oltrepassa anche i limiti del tempo. Il grande artista e scienziato infatti ha dimostrato attraverso la sua brillante intelligenza la strettissima relazione fra tutte le discipline che oggi, invece, sono sempre piรน parcellizzate. Basti pensare semplicemente alle opere pittoriche: giร  da quelle giovanili traspare il concetto per cui “egli , ha detto il professor Minisci, non mirava a descrivere le immagini perchรฉ non partiva dall’idea ma dalla sperimentazione, ossia, prima di dipingere, prima di pensare, verificava, ecco perchรฉ il pensare e l’essere, come fenomeno, sono la stessa cosa”.
 Fra le opere esaminate dal Professore  Sant'Anna, la Vergine e il Bambino con l'agnellino, caratterizzato dal rapporto emotivo e insieme simbolico tra i personaggi, La Vergine delle Rocce e La Gioconda in cui si  evidenziano  l’importanza del paesaggio e la tecnica dello sfumato, L’ultima cena e, fra le altre tecniche che hanno anticipato il concetto di percezione, la prospettiva atmosferica.
Leonardo ha usato un tipo di linguaggio che nell’Umanesimo era ancora impensabile.
L’Umanesimo fiorentino (citando il testo di G.C. Argan, Storia dell'arte italiana) ha spiegato ancora il Professor Minisci, “si reggeva sul neoplatonismo, conosciuto nella Repubblica di Firenze, grazie alla presenza di Marsilio Ficino e Pico della Mirandola.
Il neoplatonismo di Plotino o quello filtrato dalla cultura e dalla fede cristiana, invece, prometteva un salto di qualitร  oltre la realtร  del fenomeno ossia la realtร  metafisica superiore: dunque procedeva dall’idea e non dall’esperienza.
รˆ l'intelligenza che permette di individuare nella esperienza l'"aliquid incorporeum" tipico del Neoplatonismo fiorentino. Come "qualcosa" di vago, incerto:dall'amore sensibile a quello spirituale (mediato dall'intelletto).
In Leonardo il neoplatonismo consiste in qualcosa che porta in primo piano un principio che รจ nascosto nella natura, ma che deve essere verificabile attraverso la ragione matematica altrimenti l’esperienza sarebbe fallace. Qualcosa di nascosto nella natura muove tutte le cose e muovendosi si trasforma in continuazione”. Leonardo era uno sperimentatore e sotto questo aspetto anticipรฒ tutti i nostri modi di pensare. “L’apprendimento, ha infine concluso il Professore, passa dalla curiositร  tipica del bambino, il quale per capire deve sperimentare e integrarsi perfettamente col fenomeno”. 
 Lunghi applausi hanno concluso un'esperienza di scambio interculturale  di grande successo che tutti si augurano possa ripetersi.












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