Nella scorsa settima e soprattutto negli ultimi giorni abbiamo assistito a Presidenti di Regione e Sindaci assolvere la
funzione di sceriffi: giustizieri pronti a fare di tutto pur di conquistare la
platea e pur di assurgere ad eroi della situazione spiacevole e drammatica che
sta vivendo la nostra Nazione. Ma questo non può giustificare la soppressione
di diritti riconosciuti dalla nostra Costituzione ad ogni individuo per il solo
fatto di esistere. O almeno, non si possono giustificare i modi con il quale
vengono limitati tali diritti, al limite del dittatoriale e tipici di uno Stato
di polizia.
La nostra Costituzione innanzitutto è superiore a
qualsiasi altra legge: morale, sociale e soprattutto giuridica. Però ha anche
il pregio di essere stata scritta da insigni giuristi che hanno avuto l’idea
brillante di scriverla in un italiano comprensibile ai più, senza necessità di
lauree in giurisprudenza e dottorati in diritto costituzionale. Dal medico
all’ingegnere, dalla casalinga al vecchietto del Paese, chiunque può
comprendere la Costituzione e il significato di ogni articolo presente. Eppure
sembrerebbe che il modo in cui è scritta non è tale da farla comprendere agli
“sceriffi” di cui sopra. Basterebbe leggere l’articolo 16 della Costituzione:
“ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del
territorio nazionale, salvo le limitazioni che LA LEGGE stabilisce in via generale per motivi di sanità o di
sicurezza”.
Forse pretendo troppo, forse sono troppo garantista, forse
non comprendo certi meccanismi o semplicemente sarò ignorante.
Però a me pare che le ordinanze emanate negli ultimi giorni
e quelle che (probabilmente) seguiranno siano illegittime. E questo
semplicemente perché le ordinanze sono
atti amministrativi, e non sono leggi: l’art. 16 della Costituzione
autorizza soltanto la legge a limitare il diritto di libera circolazione, ossia
quell’atto che viene adottato dal Parlamento e promulgato dal Presidente della
Repubblica; tali ordinanze invece sono state adottate da Presidenti di Giunta
regionale e Sindaci e – senza nulla togliere alla loro istituzioni – non
possono pretendere di essere superiori al Parlamento e alla Costituzione.
Quindi, l’ordinanza non è assolutamente equiparabile
alla legge del Parlamento, ed inoltre è anche sottoposta ad essa, nel senso che
è un atto che è posto uno scalino più in basso rispetto alla legge. Ecco perché
i provvedimenti adottati sono illegittimi: contrastano con la Costituzione,
cercando di stravolgere un assetto ben definito dalla stessa.
Ciò non è
ammissibile neanche invocando la salute pubblica e collettiva come interesse
superiore, poiché la legge è chiara sul punto: SOLO LA LEGGE PUO’ DEROGARE A TALE LIBERTA’ FONDAMENTALE E SUPERIORE.
Ma evidentemente in questo caso non è neanche la
salute ad essere messa al primo posto, ma la brama di consenso cittadino anche
in vista di prossime elezioni.
L’Italia in questo momento non ha bisogno
di sceriffi, ma ovviamente non ha
neanche bisogno di altrettante persone menefreghiste: restare a casa è
necessario, a meno che non si voglia restare in questa situazione per un numero
di mesi indeterminato, con le relative conseguenze - anche fatali - per se
stessi.
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