SCALEA Si svolgerà il prossimo 7 maggio 2021, alle ore 21:00, sulla
piattaforma google meet, l’incontro dal titolo “La discriminazione al tempo del
Covid-19. E poi?”.
L’evento è stato organizzato dal Convegno di Cultura Maria Cristina di
Savoia di Scalea, in collaborazione con l’associazione Banca del Tempo di
Scalea, l’associazione Culturale ed Agricola Artemis, la Pro Loco di Scalea, il
Comitato dei Genitori di Scalea, l’associazione Skalea Solidale, il Punto Luce
di Scalea e l’associazione Gianfrancesco Serio.
Ospite dell’incontro sarà Maurizio Alfano, ricercatore di fenomeni
migratori e autore di diverse pubblicazioni in materia.
“Il Convegno di Scalea – ha dichiarato la presidente, l’avv. Tiziana
Forestieri – ha deciso, dopo un momento di stasi indotto dalla pandemia, di
calendarizzare alcuni appuntamenti online per affrontare tematiche d’interesse
collettivo e culturale. La pandemia ha acuito le discriminazioni a livello
sociale e, per questa ragione, abbiamo ritenuto utile in seno al direttivo
organizzare un momento di confronto per discuterne insieme”.
L’adesione all’evento da parte delle associazioni appena menzionate dimostra
la grande sensibilità verso un argomento sempre più attuale.
Chi vorrà partecipare all’incontro potrà farlo accedendo tramite il link
https://meet.google.com/yoa-sdax-sgs.
Il
metodo della conoscenza è il metodo per rompere e decostruire i luoghi comuni
con i quali siamo purtroppo abituati a maneggiare il mondo.
Come disse Ralph Waldo Emerson: la conoscenza è l'antidoto della paura;
conoscenza, uso e ragione, coi loro ausili più elevati.
Ma
l’arte è conoscenza.
E il videoclip “Afonia”, con al pianoforte Emanuele Via e
al sax Danilo Guido, con le sue immagini e la sua musica suggerisce che la poesia, la musica, la pittura, le arti
sono state ‘silenziate’ ancor di più,
in quest’ultimo anno e mezzo, nel quale abbiamo ‘dovuto’ imparare a convivere con le nostre paure più ancestrali. Come mettere a tacere se stessi e il
mondo.
Ecco come l’arte diventa conoscenza secondo GiambattistaVico, interpretato da Benedetto
Croce:
La poesia è tanto poco superflua ed
eliminabile che, senza di essa, non
sorge il pensiero: è la prima operazione della mente umana. L’uomo, prima di essere in grado di
formare universali, forma fantasmi; prima
di riflettere con mente pura, avverte con animo perturbato e commosso; prima di articolare, canta; prima di
parlare in prosa, parla in verso; prima di adoperare termini tecnici,
metaforeggia, e il suo parlare per metafore è tanto proprio quanto quello che
si dice «proprio».
La questione però non è
da porsi solo in termini temporali perché il
peso, la rilevanza dell’arte stessa, e delle opere all’interno della nostra
società e delle nostre comunità, è da molti anni irrilevante.
Un
momento epocale come questo,così scrive lo storico dell’arte
Christian Caliandro,
richiede all’arte contemporanea di ripensarsi radicalmente: perciò, risposte a
metà, timide ipotesi di riforma che hanno come scopo quello di conservare lo
status quo, non sono la risposta più adatta.
Una prima soluzione è parlare: rompere cioè questo silenzio, e non con discorsi retorici o frasi fatte, ma
discutendo realmente dei problemi da affrontare, e anche delle nuove
prospettive che si aprono. Parlare vuol dire anche stare insieme, pensare
insieme, progettare insieme, e dunque rompere un isolamento che non è solo
fisico. Riunirsi, costruire e ricostruire delle vere comunità a partire dalle
esigenze e dalle riflessioni comuni, dal dialogo e dall’interazione.
Riscoprire
cioè la dimensione della responsabilità,
e comprendere quanto essa sia al centro
esatto dell’opera d’arte.
Forse l’arte dovrebbe tornare ad essere parte
integrante dell’esistenza e dell’immaginario collettivo? E non un territorio
del tutto marginale, ignorato e messo da parte come “non necessario”! Solo così
l’uomo potrà davvero uscire da quella afonia
alla quale è assoggettato ormai da troppo tempo.
Gli
artisti più consapevoli come Emanuele e Danilo, in questo momento e in questa
produzione, stanno già rompendo l’afonia.