Fonte: http://mimmoabramo.altervista.org/portale/?q=node%2F1524
"Galleria Santomarco, non si intravedono barlumi di speranza sulla riapertura": é un’amara constatazione quella di Roberto Galati dell’associazione Ferrovie in Calabria.
La mattina del 6 dicembre scorso,
all'interno della Galleria Santomarco, deragliava
a notevole velocità il Regionale 3742 Cosenza-Paola,
che avrebbe dovuto proseguire verso Reggio Calabria Centrale
come Regionale 3747.
Una tragedia sfiorata, una decina di feriti lievi e
tantissimo spavento, specie per il macchinista che successivamente allo svio ha
accusato un malore.
“Le cause dell'incidente,
scrive Galati, all'interno di quella
galleria che, comunque e da sempre, fa parlare di sé non positivamente, sembra
siano chiare: le importanti
infiltrazioni d'acqua, unite alle cosiddette correnti
"parassite" generate dalla presenza della catenaria
elettrificata a 3000 V cc, avrebbero portato a
gravi fenomeni di corrosione delle rotaie, nei punti in cui
sono a costante contatto con l'acqua. E, proprio a causa della corrosione, è
molto probabile che sia avvenuto lo spezzamento della rotaia
al passaggio del Regionale.
“Il 6 dicembre, quindi, si concluse con un (si
fa per dire) sospiro di sollievo, si legge ancora: il blocco immediato della
circolazione ferroviaria per poter garantire l'esecuzione delle indagini da
parte della magistratura, e quindi l'autosostituzione dei treni tra Paola e
Cosenza”
Galati si chiede anche quali novità vi siano dopo un mese e mezzo.
“Assolutamente nessuna! Un silenzio – sostiene Galati - a dir
poco inquietante ed inspiegabile, prima di tutto da parte di chi sta eseguendo
le indagini. Non mettiamo in dubbio l'attento operato della magistratura, ma
con un minimo di buon senso ci chiediamo: non sarebbe forse il caso che,
l'esecutore delle indagini, tenga informati i cittadini, ovvero i diretti
interessati e danneggiati sia dal deragliamento che dalla successiva
interruzione della linea, relativamente ai tempi necessari alla conclusione di
tutti i rilievi? Oppure è "normale" mantenere un assoluto silenzio su
una questione che riguarda un diritto inalienabile dei cittadini, ovvero quello
alla mobilità?”
“Quotidianamente – prosegue il referente dell’Associazione - i
pendolari, e non solo, vivono un paradossale calvario a bordo di bus
sostitutivi (vissuto tra l'altro di persona dal nostro associato Vincenzo
Ventimiglia) che corrono a perdifiato per cercare di mantenere l'orario,
sballottando come in una giostra chi è a bordo, senza contare la maggiore
inaffidabilità e poca efficienza del vettore gommato su una tratta che, in
treno, viene percorsa in meno della metà del tempo. Senza nulla togliere,
chiaramente, all'impegno degli autisti dei bus sostitutivi, che cercano di
svolgere il loro importante compito al meglio”.
“Cosenza, una città di 70
mila abitanti, polo direzionale ed universitario della Calabria e delle Regioni
limitrofe – continua Galati - da un mese e mezzo è completamente isolata dal
sistema di trasporto ferroviario. O meglio, quasi completamente, visto che
dalla stazione di Vaglio Lise, in un'atmosfera degna di un film ambientato nel
Far West, stanno partendo e arrivando solo le poche coppie di treni Regionali
effettuati con automotrici diesel, da/per Sibari e Trebisacce”.
“Lo sbocco verso la
Ferrovia Tirrenica a Paola, ovvero lo sbocco con l'unica linea ferroviaria di grande
comunicazione presente in Calabria, servita da InterCity, InterCity Notte e
Frecce – aggiunge - è totalmente preclusa, limitata ad un precario e poco
sicuro servizio sostitutivo su gomma, e non si intravedono barlumi di speranza
sulla riapertura. Anzi, non si intravedono neanche un minimo di informazioni
relative ai possibili tempi necessari alla conclusione delle indagini e, di
conseguenza, al ripristino delle condizioni di sicurezza per la circolazione
dei treni all'interno della Galleria Santomarco”.
Galati si chiede ancora: “Qualcuno ha o no, sulla coscienza, le
centinaia di studenti universitari e lavoratori costretti a vivere una vera e
propria odissea per raggiungere il proprio luogo di studio o lavoro? Senza
contare che, in tanti, sono costretti a servirsi dell'auto privata,
incrementando quindi il rischio di incidentalità sulle strade?”
L’Associazione
Ferrovie in Calabria chiede dunque “con forza e urgenza”, un
confronto tra la Regione Calabria, Trenitalia,
RFI
e la Magistratura,
affinché vengano
resi pubblici i tempi necessari alla riapertura: “tempi che,
inutile ribadirlo, devono essere i più ristretti possibile.
È già trascorso un mese e
mezzo, e
per i pendolari calabresi che viaggiano quotidianamente su questa linea
ferroviaria, è stato già abbastanza: il limite per farlo diventare troppo, in
questa vicenda che manca assolutamente di rispetto alla cittadinanza – conclude
Galati - è ormai dietro l'angolo”.
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