BELVEDERE Il Convegno organizzato dal Cif, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ha ottenuto a
Belvedere Marittimo, grande riscontro grazie alla partecipazione di giovani e
giovanissimi interessati ad una tematica purtroppo di triste attualità. L’efficacia
della comunicazione verbale, inoltre, che si è avvalsa di supporti
audiovisivi e digitali, ha contribuito a rendere potente l’analisi e lo
svolgimento di un argomento di non semplice trattazione.
L’evento si è tenuto il 26 novembre nell’Aula Magna
dell’Istituto comprensivo intitolato a Don
Pino Puglisi, registrando la partecipazione di tantissimi allievi delle
scuole medie, ma anche - ospite - una folta rappresentanza di giovani studenti
dei licei Tommaso Campanella,
attentissimi al succedersi degli interventi dei relatori.
Dopo i
saluti della Dirigente Ersilia Siciliano
che ha spiegato quanto abbia ritenuto doveroso accogliere la proposta per la
realizzazione di questo progetto anche
per il fatto che la scuola rappresenta un baluardo della legalità, la
giornalista Nilde Ritondale, moderatore
dell’incontro, ha evidenziato quanto un “ti voglio bene” detto a parole, si deve necessariamente tradurre
in “valorizzazione del se”, e non certo in un atto di violenza, come
accade sempre più spesso.
Ma
sempre più spesso viene anche confuso l’amore con il possesso e dunque con
tutti quegli atti e comportamenti che si traducono in “violenza psicologica”, atteggiamenti e comportamenti cioè, coercitivi
e di persuasione nascosta.
Francesca Impieri,
Presidente del Cif di Belvedere Marittimo, citando la forma oppressiva del
bullismo, ha fatto riferimento ad una violenza ampiamente trattata nell'ambito
di diverse altre manifestazioni scolastiche, che rappresenta anch’esso una
grave forma vessatoria di disagio psicologico. Anche il Sindaco Enrico Granata, ha invitato, nel suo
intervento, a riflettere sulla questione. “ La crisi economica e la crisi della
famiglia, ha spiegato, dovuta alla mancanza di dialogo e ad una crescente atteggiamento
di chiusura, nemici dell’armonia familiare, rendono fertile il terreno della
violenza.”
Don
Gian Franco Belsito, padre spirituale del Cif e parroco della Chiesa Maria
ss. del Rosario, spiegando la valenza del Cif , ha anche evidenziato l’importanza
di una “Giornata della memoria contro la
violenza sulle donne” a Belvedere, in quanto proprio qui “sono state uccise due donne da due uomini
del luogo e quanto dunque, questa problematica non sia poi così distante”.
Un
monito affinché fatti come questo non debbano più accadere: ed un forte invito
da parte di Don Gianfranco, a “cominciare
noi”, in quanto il cambiamento,
la rivoluzione del nostro pensiero e del nostro conseguente agire, non dipende
dagli altri, ma esclusivamente da noi, e
senza attendere oltre.
La
psicologa e psicoterapeuta Rossella Palmieri, segretaria del Cif, ha
posto l'accento sulla propria ripugnanza a parlare di violenza e di voler
invece “parlare di amore come sentimento
costruttivo e non come emozione passeggera”, una presa di coscienza costruttiva
che ha garantito, insieme alla proiezione di un video molto efficace, una
comunicativa di grande coinvolgimento.
Spiegando
ancora che il bambino già da piccolissimo dovrebbe imparare ad amare grazie agli
esempi di vita quotidiana, ha anche descritto cosa sia lo stalking e l’autolesionismo,
forme di violenza che si basano - tutte
- sul mancato rispetto verso se
stessi, prima che sul prossimo.
Maria Rosaria Cozza, fotografa
di grande talento, ha poi illustrato brevemente il contenuto dei suoi ritratti,
eseguiti con una propria tecnica
particolare, esposti nel corso dell’evento, e fra questi il bellissimo "Freedom" simbolo della
libertà, e i cubi con i simboli della bellezza rinchiusa, e le Parche,
simbolo del destino.
Nell’intervento
a conclusione della Giornata, la
giornalista e scrittrice Mariapia Volpintesta, autrice del
saggio “Ti amo più della tua stessa
vita” che indaga il fenomeno del femminicidio in Calabria dagli anni ’70 al
2015, attraverso il racconto di oltre cento storie di donne, ha spiegato quanto
sia incisiva in termini culturali la questione della
violenza di genere.
Ciò, ha spiegato, “ha sempre indotto a pensare e a far pensare, che la donna sia una
proprietà e che non abbia diritti,” e lo ha evidenziato invitando anche a far
leggere una lista di bambini, vittime indirette della violenza di genere. Bambini
uccisi insieme alle proprie mamme.
Una triste
lista che si aggiunge a quella delle 109
donne uccise nel solo 2018, una strage che non accenna a diminuire: un
elenco che viene purtroppo aggiornato continuamente e che illustra una triste
realtà.
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