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sabato 23 luglio 2016

Piccola e Fragile, Seminario all'Unical

COSENZA  <<Il fascino della rete sembra non trovare limiti>>. Una frase emblematica che  ha lasciato intravedere a chiare lettere quali siano alcune fra le problematiche  più imminenti del giornalismo. L'analisi condotta dal giornalista Attilio Sabato, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti e coordinatore del Gruppo di lavoro “Piccola editoria”, nella Sala dell’Ufficio Stampa dell’Aula Magna dell’Unical nel corso del seminario, è stata organizzata in veste di corso di formazione continua per giornalisti, ma ha dato in vita in realtà, ad una lezione di grande rilevanza tecnica e di preziose opinioni professionali. Preceduto dall’introduzione del Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria Giuseppe Soluri, il direttore Sabato ha illustrato problematiche e prospettive della professione, attraverso riferimenti guidati dal testo “Piccola e fragile”, elaborato dal Gruppo, proprio per cercare di fornire risposte precise, grazie anche alle testimonianze dirette.
“Cosa sta avvenendo nella piccola editoria? Perché molte imprese editoriali hanno chiuso i battenti? Quanti sono i giornalisti che hanno perso il posto di lavoro?”, scrivono nell’introduzione i coautori del libro. “In questo volume abbiamo cercato di intercettare una serie di elementi che riteniamo essere utili per l’avvio di un dibattito serio e costruttivo che coinvolga chi ha ruolo e titolo per intervenire”.
Il cambiamento al quale il giornalista dovrà adattarsi prima possibile, è giustificato dal mutamento tecnologico in continua evoluzione, a causa del quale "l'ipertesto diventa l'acqua di un ruscello che scorre liberamente", offrendo spazio a diverse interazioni con gli utenti del web, per cui i contenuti non solo non appartengono più al giornalista che li ha creati, ma subiscono attraverso le condivisioni ed i commenti,  anche una trasformazione continua.
"Oggi nella giungla delle notizie, dei siti web incontrollati, nella corsa per arrivare primi allo scoop, si è perso di vista l’elemento che qualifica la professione che è quello di fornire contenuti corretti. Ad essere in discussione è la credibilità della professione. Perché si è arrivati a questo punto? La crisi non è solo economica, è una crisi di sistema che è andata strutturandosi nel tempo e coinvolge più livelli. Il primo problema riguarda l’accesso alla professione. Tanti giovani sognano il giornalismo romantico: l’inchiesta, i viaggi, le grandi interviste, poi, però si scontrano con una realtà fatta di comunicati da copiare e incollare, da un microfono da reggere in mezzo a tanti altri in cui l’interlocutore non risponde alle domande, ma dice ciò che vuole. Ne viene fuori l’idea di un lavoro facile, che tutti possono fare, dove non è necessario studiare".



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