Le scuole in questi luoghi sono veri e propri presidi di legalità, di alfabetizzazione etica e funzionale, di inclusione. Per questo ci sembra paradossale che proprio le istituzioni scolastiche, per ovviare ad un problema di soprannumero dei docenti – provocato già da tempo dal sistema algoritmico - decidano di usare la forbice in modo indiscriminato colpendo le fasce sociali più deboli. Il danno sociale ed economico che andrà ad incidere su un tessuto sociale già sfilettato come quello calabrese non può essere quantificato ma si capisce subito che andrà ad incidere sulla coesione sociale, sull’inserimento lavorativo e sulla necessità di reintegro delle persone ristrette.
È
altresì paradossale che proprio l’istituzione scolastica che incarna i valori
della nostra Costituzione decida di non rispettare due articoli fondamentali
quali l’art. 27 sulla funzione rieducativa della pena e l’art. 34 sul diritto
allo studio; due articoli fondamentali perché garantiscono la libertà e la
tenuta del sistema democratico.
Come
Libera contro tutte le mafie, pur non entrando nel merito dell’organizzazione
degli uffici deputati alle funzioni di avvio dell’anno scolastico, ci chiediamo,
però, quali siano i motivi che hanno potuto provocare, oltre alla diminuzione
degli iscritti, un tale scarto di docenti di ruolo rendendoli ancora precari.
Stiamo seguendo con la dovuta attenzione la vicenda che coinvolge tante
professionalità e soprattutto gli iscritti che rischiano di non tornare in
classe il prossimo anno scolastico auspicando un intervento diretto da parte
del Miur e un maggiore interessamento da parte dell’opinione pubblica che
assiste a volte con indifferenza e distrazione ad un’azione che può trovare la
sua legittimità nella normativa ma non certo nello spirito degli ideali
costituzionali".
Don
Ennio Stamile
Referente
regionale Libera Calabria
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