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lunedì 3 maggio 2021

ALLORA, CENSURIAMO ANCHE LE FAVOLE

«Fatti non foste a viver come bruti,

ma per seguir virtute e canoscenza.»

 

  I nostri nonni, le nostre nonne, con il racconto delle favole ci preparavano istintivamente alla vita e anche alla morte; al fatto che la vita non è solo rosa o solo azzurra, ma anche nera, grigia e a volte anche tanto scolorita…allora cosa vogliamo fare, eliminiamo anche le favole? 

Scrive nella sua pagina Facebook, l’artista e cantautore Vincenzo Incenzo “Il rumore che si è alzato intorno alle coraggiose esternazioni di Fedez dimostra ancora una volta che in Italia la censura è un problema serio. Sto combattendo una battaglia da settimane in solitudine, non avendo gli amplificatori di Fedez, in merito alla proposta di legge dell’Onorevole Stefania Ascari che intende modificare l’art. 414 del Codice Penale, introducendo l’aggravante di istigazione o apologia riferite all’associazione di tipo mafioso. Con questa medaglia di latta che il Governo vuole appuntarsi al petto, si va a colpire un intero settore, perimetrando la libera espressione. Ho spiegato ampiamente questo in interviste varie.

Le Istituzioni rispondono solo con generiche veline di regime, e gli artisti sembrano essere usciti dal letargo solo ora.

Io dico, attenzione, perché il clima è peggio di quello che voi possiate pensare”.

 

Autore per Renato Zero, Lucio Dalla, Antonello Venditti, PFM, scrittore di Musical (Romeo&Giulietta ama e cambia il mondo, Zerovskij) regista e autore di saggi e romanzi, Incenzo aveva inviato, nelle scorse settimane, una lettera aperta alla deputata Stefania Ascari prima firmataria della proposta di modifica della legge 414 del codice penale “in materia di circostanza aggravante dell’istigazione o dell’apologia riferite al delitto di associazione di tipo mafioso o a reati commessi da partecipanti ad associazioni di tale natura”.

 L’articolo 414 del codice penale riguarda il reato di istigazione a delinquere.  

 La proposta di modifica dovrebbe introdurre l’aggravante di istigazione o apologia riferite all’associazione di tipo mafioso o a reati commessi da partecipanti ad associazione di tale natura.

“La sua intenzione – aveva precisato Incenzo - se riesco a decifrarla, è forse quella di fermare l’onda di neomelodici che inneggiano ai mafiosi, o di trapper che esaltano la criminalità, ma la proposta in sé appare ambigua e pericolosa.

Lei afferma che sempre più spesso ci sonocantautori che si fanno autori e interpreti di canzoni i cui contenuti inneggiano ai vari esponenti della malavita e della criminalità organizzata”.

E proseguiva dicendo che la libertà del pensiero non può più essere invocata quando l’espressione del pensiero si attua mediante un’offesa ai beni e ai diritti tutelati dalla nostra Carta costituzionale”.

Già da queste affermazioni emerge come la proposta possa sfociare in uno scenario pericoloso, andando ad attaccare in maniera indiscriminata e cieca tutto ciò che non canti a voce unisona la legalità.

Le canzoni, Onorevole, raccontano il loro tempo, sono sentinelle della Storia, fotografano epoche, comportamenti, modelli positivi e negativi.

Il suo potere magico e abiettamente poetico, come lo definì Pasolini, non può prevedere censure di sorta. Abbiamo un precedente pericoloso, quello del fascismo, che si arrogò il diritto di orientare la musica, imponendo i valori del regime, curando i rapporti con gli autori, patrocinando eventi e dirigendo stampa e radio. Non mi sembra abbia portato a nulla di buono.

Dov’è il confine, Onorevole? L’arte ha la necessità di immedesimarsi con il suo oggetto, di guardare la realtà anche da punti di osservazione scomodi.

Che succederà poi? Passeremo a censurare la letteratura e il cinema? Bruceremo le serie televisive di Saviano? Elimineremo Gambadilegno dai cartoni animati della Disney? Le tele di Caravaggio, Magritte, Warhol, che hanno esaltato scene di crimine?

L’arte è l’ultimo baluardo degli spiriti liberi. In una società che sempre più tende a livellare le differenze e i comportamenti, ritengo che la libera espressione sia ancora un diritto sacrosanto.

Lasci all’intelligenza e alla sensibilità del pubblico giudicare cosa è riprovevole e cosa no. La Storia poi darà il suo verdetto, come sempre.

Spero che questo mio appello non resti isolato come una voce nel deserto, ma che anche altri artisti si uniscano al mio grido.

La invito a riconsiderare la sua posizione.

Per il futuro del nostro Paese e dell’Arte, che nel bene e nel male ha portato frutti solo quando è stata libera contro tutte le proibizioni e i divieti”.

 Ora, io mi chiedo: dove sta il dolo?

Come stabilire se il cantante o l'attore abbia o meno l'intenzione di causare l'evento in questione?

Ancora: le serie italiane che si sono occupate di crimine organizzato sono molte, trasmesse negli anni sia dalla Rai che da Mediaset. E allora, cosa dovremmo fare, richiedere di oscurarle per sempre?

E le favole, poi? Si, le favole.

Sia chiaro: l’albero della conoscenza è fatto di tante cose belle ma anche di tante cose brutte, di fatti e cronache purtroppo orrende e orripilanti.

Non solo storie a lieto fine. Ricordiamolo e non nascondiamoci dietro alle falsità e alle finzioni.

Attendiamo fiduciosi che avvenga qualcosa…


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