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giovedì 16 marzo 2017

SANTA MARIA DEL CEDRO, FESTA DELL'ALBERO




SANTA MARIA DEL CEDRO, MARTEDI' 14 MARZO

Aula magna stracolma di giovani, all'Istituto comprensivo "Paolo Borsellino"di Santa Maria del Cedro. Arrivando, si viene accolti con grande calore. L'orchestra dei giovani studenti intona le prime note di bellissime composizioni della tradizione occidentale, che evidenzieranno lo svolgersi dell'evento. Si celebra il "Tu Bishvat" ebraico, la "Festa degli alberi". Così, anche in terra calabra, ove il cedro è coltivato con tanta dedizione, i rabbini festeggiano la chiusura della stagione invernale e la nascita di nuovi frutti e germogli. Il "Tu Bishvat" è il capodanno degli alberi che, nella tradizione ebraica, segna l’inizio di una nuova annata agricola. Una ricorrenza importante a cui nessuno poteva mancare, rappresentanti istituzionali in primis, anche dei comuni viciniori. Il dirigente Gerardo Guida, nel porgere il suo saluto a tutti, introduce man mano i relatori. Tra loro, il Professor Franco Galiano, stimato presidente dell'Accademia internazionale del cedro, che evidenzia il profondo legame della coltivazione del frutto con la sacralità religiosa.  Il cedro, per l'appunto, viene curato in ginocchio come quando si prega. Una raccolta faticosa che avviene in questo modo perché le piante sono basse e le spine dei rami acuminati. Il cedro non solo come coltura, dunque, ma anche come elemento di condivisione tra religioni differenti e tra popoli distanti e culturalmente diversi. Anche il presidente del Consorzio del Cedro di Calabria, Angelo Adduci, interviene sottolineando in particolare il legame dei dialetti locali con l'identità culturale dei popoli. Essa rappresenta un diritto fondamentale indispensabile per creare un futuro migliore per tutti. E proprio in dialetto vengono recitati alcuni bellissimi versi, nel corso della manifestazione, dagli studenti dell'Istituto comprensivo, un legame magico con l'amore verso la natura, la terra, la vita.

Un legame, ha spiegato infine il rabbino capo della comunità ebraica di Napoli, Umberto Piperno, che si ritrova pienamente nell'albero. "Le sue radici sono i vostri nonni, con tutta la saggezza che vi rende forti", ha spiegato ai ragazzi, "il fusto sono i vostri genitori ai quali vi appoggiate per ogni necessità, i rami, con fiori e frutti, siete voi".

Queste e tante altre le similitudini raccontate dal rabbino, ma in tutte il significato profondo riporta sempre all'esaltazione della rinascita dell'uomo. Una rinascita che si rinnova continuamente, come in natura.

Una bellissima composizione in ritmo di danza ha concluso la prima parte della manifestazione ed ha preceduto la degustazione delle bevande a base di cedro e la parte finale della cerimonia. Essa si è concretizzata, all'esterno dell'Istituto, con la suggestiva piantumazione del salice, simbolo della sofferenza e del pianto; del melograno, simbolo dell'abbondanza e dell'unità dei popoli; dell'ulivo e del cedro, simboli della pace e della solidarietà. Emblemi della terra, questi alberi rappresentano in questa occasione il ricordo della festa dell'albero, che è dunque la festa dell'uomo.
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