Si tratta del “vuoto a rendere”, l'incentivo al riciclo e al riutilizzo che
consiste nel restituire al consumatore, in cambio di bottiglie vuote, la
piccola cauzione versata al barista o al commerciante al momento dell'acquisto. Previsto da un regolamento del
ministero dell'Ambiente appena pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale”, esso è
in vigore dallo scorso 10 ottobre.

Tutto
nasce, si legge ancora, da una
proposta a prima firma Stefano Vignaroli, poi diventata un emendamento nel
Collegato ambientale. Infine, dopo due anni e numerosi pressing, il ministro
Galletti ha firmato il regolamento. Il
vuoto a rendere approvato, si precisa nella missiva, non riguarderà direttamente il consumatore finale, che non dovrà
fare nulla, né pagare alcuna cauzione.
Il
sistema prevede in via sperimentale
per la durata di un anno e su base volontaria del singolo esercente, una
cauzione per gli imballaggi contenenti birra o acqua minerale serviti al
pubblico da alberghi e residenze di villeggiatura, ristoranti, bar e altri
punti di consumo, dunque riguarda il “consumo fuori casa”. Qualcuno rimarrà
deluso, ma ricordiamo che, a differenza di decenni fa, il consumo fuori casa
(bar, alberghi o ristoranti) oggi ha un grosso fatturato ed è sempre in
continuo aumento. E di conseguenza lo spreco ambientale di bottiglie di birra e
acqua è davvero rilevante.
Ad aderire
alla sperimentazione dovrà essere dunque l'esercente che dovrà pagare la
cauzione iniziale ai produttori di acqua e birra e rendere indietro al
produttore (attraverso il distributore) l'imballaggio utilizzato dal cliente
che consuma nella propria attività commerciale. Il cliente avrà la garanzia
che, consumando dall'esercente che aderisce all’iniziativa, quell' imballaggio
tornerà al produttore per essere riutilizzato. Gli esercizi commerciali
aderenti al sistema “vuoto a rendere” saranno riconoscibili dal cliente
attraverso un logo esposto che lo stesso Ministero fornirà.
Vogliamo
sottolineare l'importanza della parola “riutilizzo”.
A differenza delle tanto citate e sognate macchinette nei supermercati (che
sono finalizzate solamente al riciclo) qui si sta parlando di riutilizzo,
gerarchicamente più importante e virtuoso del riciclo.
Sia
ben chiaro, non ci stiamo inventando nulla e qualche produttore (come ad
esempio la Peroni) già effettua questo tipo di vuoto a rendere, ma in quantità
e modalità molto limitate. Questa sperimentazione punta a renderlo sistematico
e poi estenderlo ad altre bevande (d’altra parte in passato funzionava così).
Per quanto riguarda il materiale dell'imballaggio la legge non lo limita al
vetro ma, essendo finalizzato al riutilizzo, attualmente solo il vetro è pronto
a garantirlo.
Il
vero difetto di questa legge è che
il Governo non si è degnato di riconoscere alcun incentivo per invogliare gli
esercenti ad aderire. L'esercente dovrebbe pagare dunque una cauzione,
compilare dei moduli e trattenere i vuoti in attesa del distributore (senza
nemmeno avere uno sconto TARI o di altro tipo). Sarebbe questa la misura ideale
per incentivare gli esercenti: dover gestire e ritirare una tonnellata in meno
di vetro fa risparmiare soldi al comune. Perché non dividere questo risparmio
con l'esercente e con il distributore, terminali di questo processo virtuoso?
Pertanto
abbiamo allegato, alla suddetta missiva, uno schema di ordine del giorno oppure
di mozione (in modo tale che possa esser presa in considerazione anche dai
consiglieri che sono all’opposizione) per la sperimentazione del sistema del
vuoto a rendere e che impegna il Sindaco e la Giunta ad approvare forme
di incentivo economico, quali la riduzione
della tassa sui rifiuti Ta.Ri., per gli esercenti (nonché per i
produttori e distributori) che aderiranno alla sperimentazione oppure altre
forme di agevolazione.
Anche
se la sperimentazione del vuoto a rendere durerà un anno dal 7 febbraio 2018 fino
al 6 febbraio 2019: occorre quindi fare in fretta in quanto l'adesione alla
sperimentazione sarà monitorata.
Il
tutto sarebbe facilitato dall’istituzione dell’isola
ecologica. In realtà noi, nel programma delle comunali 2014, avevamo
inserito una specie di premio a chi conferiva direttamente il vetro all’isola,
scorporandolo da quanto dovuto per la Tari. La nostra idea è sempre quella di
far diventare un problema (rifiuto) in una risorsa (riciclo), non solo del
vetro ma di tutto ciò che si può riutilizzare. Ma per fare questo, come al
solito, ci vuole volontà politica.
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