Chiunque potrebbe ritrovarsi
nella stessa situazione della protagonista, ossia avviare e coltivare una
relazione con un opportunista ritrovandosi senza difesa alcuna di fronte ad un
qualcosa di inaspettato. Colto alla sprovvista, chiunque, prima di accorgersi
di vivere una situazione tanto disarmante, si lascia manipolare lentamente.
Indipendentemente da quello che
viene considerato un disturbo della personalità , mi sono lasciata andare ad
alcune riflessioni, chiedendomi tante volte se sia possibile a questo mondo
avere rispetto per l’altro indipendentemente dal genere o dalla razza o dalla
religione o dal partito di appartenenza, ma evidentemente è un’illusione: se
così fosse saremmo già con un piede in paradiso.
Però mi domando, anche, se non
sia possibile crearsi questo piccolo paradiso solo credendoci e sperando. Ma come
recita il detto “chi di speranza vive, di speranza muore”.
Sarà vero?
Personalmente preferisco crearmelo questo
piccolo paradiso: almeno quando mi ritrovo in situazioni spiazzanti come quella
descritta nel libro, riesco ancora a meravigliarmi e a fare gli opportuni
confronti.
E quando mi ritrovo, al contrario, in
situazioni da paradiso, riesco ancora ad essere grata al mondo.
Finché funziona, che vadano al
diavolo gli sfruttatori.
Quando non funziona più, invece,
si sprofonda nella disperazione o al più in una cupa tristezza.
Ho letto il libro di Anna Laura
Cittadino con questa predisposizione d’animo e penso di cogliere dietro alle
parole con cui narra, una profonda solitudine: quella della protagonista quanto
quella del manipolatore, quella riferita al contenuto del vissuto nel suo
evolversi cronologico, quanto quella che va oltre le parole.
Si cela dietro ai fatti,
descritti in una sorta di cronaca personale con un linguaggio diretto e perciò a
volte drammatico e duro, il sottile velo della sudditanza psicologica a volte
anche estesa alla quotidianità : un gioco pericoloso dato quasi per scontato, un
gioco in cui la vittima è alla mercé, suo malgrado, di un giocatore alquanto
squallido e penoso.
Un libro che spiega quanto la violenza possa essere
impalpabile ma tremendamente irta di dannose conseguenze. Un vademecum,
così mi è apparso al primo impatto: Anna Laura Cittadino propone una
lettura in apparenza tranquilla ma con risvolti che possono anche divenire
inquietanti.
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