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giovedì 7 novembre 2019

DISSESTO: LE PRECISAZIONI DI BELVEDERE CITTA’ FUTURA

"E' sempre più semplice accusare le opposizioni che non hanno mai gestito questo comune e che hanno sempre e solo rappresentato anche alla popolazione le abnormi anomalie che hanno caratterizzato la politica amministrativa di questo paese con una particolare continuità che ancora oggi perdura".
La minoranza consiliare  risponde così ai commenti, alle analisi ai rimpalli di responsabilità che si sono susseguiti dopo la dichiarazione di dissesto finanziario. 
 
"Belvedere Città Futura ha votato contro il dissesto finanziario non perché non riconosca la disastrosa situazione finanziaria dell’Ente, causata dal modo scellerato di amministrare delle Giunte a guida Granata, ma perché è stata scelta, dagli attuali amministratori, la via più semplice, meno onerosa e più conveniente da un punto di vista strettamente politico.

L’attuale amministrazione non ha avuto il coraggio di provare ad intraprendere una via diversa, forse più problematica per chi amministra, ma sicuramente meno devastante per i cittadini e per i creditori.

Può darsi che la Corte dei Conti non avrebbe accettato il piano di riequilibrio proposto dal Comune e può darsi anche che questo piano di rientro non si sarebbe riuscito a redigere, ma il tentativo era doveroso farlo.

Questo è stato chiaro fin da quando l’attuale maggioranza ha approvato in Giunta prima ed in Consiglio dopo il consuntivo 2018. Quegli atti, i primissimi atti dell’era Cascini datati giugno 2019, dopo pochi giorni dal suo insediamento, hanno spalancato la strada del comune verso il dissesto finanziario.

Belvedere Città Futura ha inviato al Prefetto e alla Corte dei Conti due Pec non per sollecitare una dichiarazione di dissesto, ma per richiedere, come del resto ha sempre fatto, il rispetto della legalità e quindi la corretta applicazione delle norme di legge. L’Amministrazione Cascini ha approvato in Consiglio comunale il Bilancio Consuntivo 2018 prima, e la salvaguardia degli equilibri dopo, senza aver indicato un piano di rientro, sottoponendo così il Consiglio Comunale al rischio di scioglimento a causa della sua inerzia. Questo è quanto abbiamo rappresentato al Prefetto e alla Corte dei Conti i quali, però ufficialmente nulla hanno disposto né comunicato in merito.

Se le Pec inviate dalla minoranza al Prefetto avessero avuto la conseguenza di diffidare la Giunta Cascini a dichiarare il dissesto, sicuramente sarebbero state menzionate nella proposta di delibera di dichiarazione di dissesto. In realtà in Consiglio e nei relativi atti, nulla di tutto ciò è emerso.

Le dichiarazioni del Sindaco,
di cui all’intervista radio rilasciata circa le sollecitazioni del Prefetto derivate dalle nostre insistenze, appaiono discordanti con la realtà dei fatti.

I fatti indicano chiaramente che a sollecitare la via del dissesto non è stata la Minoranza, la quale avrebbe voluto esercitare anche un ruolo attivo e dare un suo contributo se solo glielo avessero chiesto. 

Capiamo bene che un’amministrazione appena insediata abbia necessità di tempo per rendersi conto di una situazione così difficile. Proprio per questo motivo la Giunta Cascini avrebbe dovuto chiedere, sin dal suo insediamento, più tempo al Prefetto per approvare quel consuntivo che, lo ripetiamo, ha sancito già a giugno la dichiarazione di dissesto finanziario del Comune di Belvedere Marittimo.

Questa Minoranza non ci sta
ad essere etichettata alla stessa stregua di una Maggioranza alla quale, stranamente, oggi la popolazione non chiede il conto della gestione che ha portato a queste cifre: paradossalmente ne chiede conto alla Minoranza.
La Minoranza è costituita da 4 persone, i consiglieri di maggioranza sono otto più il sindaco; la minoranza non ha un suo ufficio in comune; alla minoranza non viene trasmesso alcun documento se non quelli strettamente attinenti per i punti all’ordine del giorno che per legge devono essere portati in consiglio comunale; la minoranza non fa parte della giunta comunale, perché ne fanno parte solo gli assessori e il Sindaco i quali decidono come e quanti soldi comunali spendere; la minoranza non può ricevere le notifiche degli atti giudiziari per conto del comune. L’opposizione in queste difficili condizioni di lavoro deve cercare di far emergere ciò che non è contenuto negli atti ufficiali: deve estrapolare ciò che non appare. Cosa che ha diligentemente fatto negli ultimi cinque anni con coscienza, equilibrio e dignità.

Le denunce alla Procura della Repubblica, a cui questa minoranza non si è mai sottratta, si fanno solo se è stato commesso un reato e se si hanno sufficienti elementi di prova per sostenere un’accusa e non per hobby o diletto. Le illegittimità di natura amministrativa vengono, e sono state in passato, sollevate dinanzi alla Corte dei Conti e al Prefetto, unici organi competenti in materia".
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