Elio Orsara, il
ristoratore pioniere della cucina italiana autentica e di qualità a Tokyo, sarà
insignito del titolo di Commendatore della Repubblica Italiana il 12 febbraio
2020 durante una cerimonia ufficiale di consegna presso l’ambasciata d’Italia
in Giappone.
Elio, 53 anni,
originario di Cetraro, pur essendo da 30 anni uno dei più rinomati e apprezzati
ristoratori di tutto il Sol Levante non ha mai dimenticato le sue origini e, a
tutt’oggi condivide i suoi successi e supporta la sua Calabria, mediante
attività sportive o di sostegno ai giovani.
Un legame
forte, viscerale, indissolubile con la propria patria che si rispecchia nella
scelta di Elio di importare prodotti esclusivamente dalla Calabria.
Così nella
Locanda Italiana di Kojimachi - Tokyo, si possono gustare cibi rari per il
lontano oriente come fichi, bergamotto e ‘nduja e addirittura trovarne altri
della tradizione calabrese quasi perduti anche in Italia, come il mosto cotto
di fico (conosciuto anche come miele di fichi).
“Sono partito che ero un bambino – racconta
Elio – alla ricerca di quel Sogno Americano che negli anni ‘80 portavano con sé
gli stranieri in vacanza nel mio paese, Cetraro, che d’estate sembrava Shibuya
e d’inverno il Sahara con solo tre case e un forno.”
A 16 anni la
summer school in Inghilterra, pagata con i soldi guadagnati durante l’inverno.
Poi un anno a Milano. “Dove ho capito che è meglio fare l’italiano all’estero
che il terrone in Lombardia”, scherza Elio che continua a raccontare delle
difficoltà di ottenere un visto per l’America, della solitudine, della scelta
di vivere in Spagna e aprire lì, per amore di una Mursiana il primo ristorante,
a 20 anni, chiuderlo un anno dopo, all’arrivo del visto per gli USA e sentirsi
realizzato per un attimo, giusto il tempo di capire, raggiunto il sogno, quanto
l’America di quegli anni fosse razzista, chiusa, ghettizzata e far ritorno in
Italia, per andare verso il suo destino e l’incontro della sua vita.
Perché fu a
Como, in un golf club nel quale aveva trovato lavoro, che incontrò un imprenditore
giapponese, che lo portò nella sua terra. La stessa che ora, dopo anni di
lavoro costante e senza sosta anche Elio sente sua.
“ll
Giappone mi ha dato tanto, insegnandomi
anche l’arte della calma. Almeno quando non ribolle il sangue calabrese “, continua
a scherzare Elio che è diventato un vero e proprio ponte fra Tokyo e il Sud
Italia non solo grazie al suo ristorante, ma anche dando lavoro a oltre cento dipendenti
di entrambe le nazionalità, creando una società di catering che vanta
collaborazioni con i più importanti marchi del mondo e aprendo una fattoriabio
in Hokkaido nella quale si producono mozzarelle, burrate, formaggi e salumi
all’Italiana.
“Adesso vorrei
portare in Calabria i contadini giapponesi alla scoperta delle verdure tipiche
della macchia mediterranea e organizzare anche dei corsi di cucina della mamma
per far assaporare i cibi autentici. Per continuare a supportare i giovani,
invece, porterò i giovani ragazzi giapponesi a Cosenza, per imparare l’arte
millenaria della sartoria collaborando con il palazzo dei Sarti.”
“Sono onorato
di ricevere dalla mia Patria questo riconoscimento – conclude Elio – forse non
sarà la prova di aver vissuto l’American Dream, ma testimonia il Calabrian
Dream in Japan. E questo, fra duro lavoro, successi e sacrifici, è un sogno
tutto mio”.
L’ordine al
merito della repubblica italiana, di cui i commendatori fanno parte, è il più
alto degli ordini dello Stato.
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