Domenico
Scarlatti, nato a Napoli nel 1685 e morto
a Madrid nel 1757, rappresenta,
con la sua opera nella storia della musica, un importante collegamento fra
periodo barocco e periodo classico.
Il compositore si dedicò quasi esclusivamente
alle sonate per clavicembalo: ne scrisse infatti 555 generalmente in un unico
movimento bipartito.
Questo unico movimento si
configurerà in seguito come primo movimento nella sonata classica.
La sonata di Scarlatti nel dare vita alla forma sonata, apre alle altre forme compositive come il quartetto, la sinfonia, ed altre, passando dal predominio degli strumenti ad arco della sonata barocca, al predominio degli strumenti a tastiera, ossia dal clavicembalo al forte piano e poi al pianoforte. Quest’ultimo con le sue sfumature timbriche aprirà l’ascolto a nuovi suoni e colori musicali.
La
sonata opera K 119, composta nel 1749 quasi al termine della sua
vita, rappresenta un consolidamento di quelle che sono le sue tecniche ed il
proprio modo di organizzare la sonata.
Poiché dal 1720 circa Scarlatti visse esclusivamente
fuori dall’Italia, ossia in Portogallo e poi in Spagna, in questa sonata sono
presenti molti elementi caratteristici della musica spagnola.
Più idee tematiche subordinate a
due o tre principali: questa la caratteristica di questa sonata, ma non
la sola, che si caratterizza anche per la scrittura strumentale, leggerissima e
nello stesso tempo, tenace.
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