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giovedì 17 maggio 2018

LA FORMA SONATA COME TESTO NARRATIVO: LE ORIGINI


Domenico Scarlatti,  nato a Napoli nel 1685 e morto a Madrid nel 1757, rappresenta, con la sua opera nella storia della musica, un importante collegamento fra periodo barocco e periodo classico.
 Il compositore si dedicò quasi esclusivamente alle sonate per clavicembalo: ne scrisse infatti 555 generalmente in un unico movimento bipartito.
Questo unico movimento si configurerà in seguito come primo movimento nella sonata classica.


La sonata di Scarlatti nel dare vita alla forma sonata, apre alle altre forme compositive come il quartetto, la sinfonia, ed altre, passando dal predominio degli strumenti ad arco della sonata barocca, al predominio degli strumenti a tastiera, ossia dal clavicembalo al forte piano e poi al pianoforte. Quest’ultimo con le sue sfumature timbriche aprirà l’ascolto a nuovi suoni e colori musicali.

La sonata opera K 119, composta nel 1749 quasi al termine della sua vita, rappresenta un consolidamento di quelle che sono le sue tecniche ed il proprio modo di organizzare la sonata.
 Poiché dal 1720 circa Scarlatti visse esclusivamente fuori dall’Italia, ossia in Portogallo e poi in Spagna, in questa sonata sono presenti molti elementi caratteristici della musica spagnola.
Più idee tematiche subordinate a due o tre principali: questa la caratteristica di questa sonata, ma non la sola, che si caratterizza anche per la scrittura strumentale, leggerissima e nello stesso tempo, tenace.   




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