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venerdì 22 giugno 2018

ZEIG DI MARTINO CIANO: LE RECENSIONI



Il libro di Martino Ciano, dal titolo Zeig, incoraggia alla lettura grazie ad uno stile fluente che sottende un andamento musicale fascinoso.
Nei tratti iniziali della narrazione si caratterizza il personaggio Marselo/Zeig, con i suoi rituali da uomo-macchina: un attuale Charlie Chaplin – interprete di se stesso, Charlot – in Tempi Moderni, il quale simbolicamente vaga, dalla verità alla menzogna, in un gioco di ossimori infinito.  
L’umanità soggiace al consumismo, vestita di protagonismo assoluto, quasi a voler soppiantare l’idea stessa del proprio “essere umana”: è il dramma della nostra quotidianità fatta di conquiste quasi effimere. La recessione incombe e pesa sulla testa di ognuno e, proprio come nel recente passato, la povertà individuale è un incubo che può portare alla follia.
Il tempo non si può acquistare e neanche vendere, come non si può con l’amore, il rispetto, il desiderio di vera amicizia: esso si paralizza in una dimensione che non c’è, l’oblio della morte sembra trionfare.

La trama e l’ordito del testo, intersecandosi abilmente, incuriosiscono il lettore, e ne rendono avvincente la lettura: la personalità di Marselo e la sua anima, risorta nei panni di Zeig, sono apparentemente inconciliabili, ma lasciano certamente intravedere soluzioni a vite che sembrano perdute, proprio come Mattia Pascal. Da leggere. E consigliarne la lettura.
Adriana Sabato

Quello descritto da Martino Ciano è un piatto universo orwelliano in cui la fuga con Keats nella bellezza classica, in un illusorio “paradiso artificiale” con Baudelaire, rappresenta l’unica possibilità per l’uomo moderno, ormai privato dell’antica centralità nell’universo copernicano. L’attenzione conferita alle qualità dell’individuo romantico - che trovava l’ispirazione e la felicità con l’immersione nella natura - sfocia ora in un egoistico individualismo. La macchina produttiva della civiltà urbanizzata scinde in un primo momento la personalità – nell’ego, nell’es, e nel super io freudiano – per poi divorare, come un buco nero, tutto ciò che di naturale esiste da sempre nell’indole umana. 
Sera sul viale Karl Johan - Edvard Munch
L’effimero piacere consumistico rende succube il suo stesso creatore, è Hyde a dominare Jekyll. Il risultato? “Gente che vacilla insonne come appena uscita da un naufragio di sangue” (L’aurora, Federico García Lorca).
Francesca Grisolia
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