
Inutili le polemiche sollevate intorno alla
questione Castello: dovrebbe essere motivo di interesse da parte del Sindaco verso la città, come incentivo ad un favorevole sviluppo turistico
- economico. Ma così non è.
Lo precisano
in una nota congiunta le opposizioni del Comune di Belvedere Marittimo (“Ora, “Pd-Belvederecambiaverso”,
“Rinascimento”) auspicando, per l’annoso problema, di mettere tutto sul tavolo di discussione per un confronto proficuo
e produttivo.
“Più volte abbiamo
scongiurato che l’interesse per le sorti del nostro magnifico castello non
finisse in sterili polemiche o ancora peggio diventasse oggetto di contesa tra
la maggioranza e le opposizioni ma, purtroppo, dalle ultime dichiarazioni del
Sindaco la peggiore delle ipotesi si sta verificando.
Infatti, il sindaco Ing. Enrico Granata nelle sue recenti affermazioni, in
riferimento alle attività messe in campo dalle opposizioni, invece di confrontarsi sulle proposte
avanzate dalle stesse, in modo arrogante e pretestuoso, sia in punto di diritto
che in relazione alle vicende indicate, risulta ingeneroso anche dal punto di
vista politico.
È evidente che il sindaco Granata glissa sulla volontà di tutti noi, più volte
segnalata, di addivenire ad una soluzione della questione-Castello in maniera
serena, condivisa ed efficace, strumentalizzando, invece, le nostre posizioni e
lasciando intendere che ogni nostra azione sia condizionata dalla scadenza
elettorale.
Dimentica il Sindaco, che le
minoranze sin da subito la tornata elettorale del 2014, hanno sempre
pubblicamente ed in maniera trasparente, fatto proposte articolate e
dettagliate in ogni aspetto con lo scopo di dare quel giusto contributo
necessario a ridare decoro, dignità e competitività al nostro Comune sempre e solo nell’interesse della collettività.
Il Sindaco sottace, come in
consiglio comunale, i consiglieri di opposizione intervengano sempre e solo
dopo aver esaminato e studiato la relativa documentazione, esprimendo il
proprio voto sempre e solo dopo aver motivato la propria posizione. In merito all’incontro pubblico organizzato
qualche settimana il Sindaco deve prendere solo atto della sua gestione
fallimentare atteso che promette l’acquisto del Castello “a prezzi più
convenienti” senza aver mai avuto contezza della relativa normativa. Infatti se solo l’avesse letta avrebbe
capito che sarebbe stato necessario accendere un capitolo nel proprio bilancio
ad hoc al fine di poter esercitare il diritto di prelazione. Cogliamo l’occasione per invitarlo a
prevedere tale capitolo nel prossimo bilancio cosicché non perdiamo
definitivamente ogni possibilità di poterlo acquistare. Quanto da noi affermato
lo prevede il decreto legislativo 42/2004. Eppure l’acquisto del Castello era
stato previsto dal Sindaco Granata nel proprio programma elettorale. Ad ogni
buon modo, per come puntualmente descritto dall’Avv. Diego D’Amico, la
possibilità di acquisto poteva essere coltivata anche con la costituzione di
una fondazione di partecipazione mediante delibera, onde evitare che in caso di
problemi si possa addirittura addivenire all’alienazione.
Nessuno di noi vuole fare il saccente
ma semplicemente riteniamo e ci impegniamo, nei limiti delle nostre funzioni,
affinché la cosa pubblica sia gestita sempre secondo quanto previsto
dall’ordinamento giuridico: l’inadeguatezza alla gestione della cosa pubblica,
che adduce all’opposizione, riteniamo
vada rimessa alla libera valutazione dei belvederesi. Il Sindaco, inoltre,
nelle sue affermazioni fa riferimento ad un professionista incaricato a
monitorare l’iter della procedura fallimentare che ha messo all’asta il castello
e gli altri beni di proprietà della società fallita, ci chiediamo come mai esca fuori solo adesso l’incaricato senza
nome? Eppure, si è tenuto una conferenza dei Capigruppo e un Consiglio Comunale
sul tema Castello, tutti promossi dai consiglieri di minoranza, non è stato mai
fatto il nome di un professionista incaricato a monitorare la procedura
fallimentare che interessa anche il nostro maniero. Ci chiediamo in base a quale delibera sia stato conferito tale
incarico.
In conclusione, prendiamo atto che ai nostri sforzi e alle nostre
proposte (mai considerate né esaustiva né ultimative, ma sempre migliorabili
con ragionevoli integrazioni), invece di rispondere con il necessario garbo
istituzionale e il giusto confronto, si è ribattuto con frasi che non trovano
riscontro alcuno.
Giunti a questo punto, se c’è la
volontà di fare e fare rapidamente qualcosa per risollevare le sorti del nostro Castello, è auspicabile mettere in
piedi un tavolo permanente per analizzare accuratamente tutti i punti critici
e trovare le soluzioni più adeguate.
Non è consentito, al contrario, che su
una vicenda così vitale per la città, si strozzi il dibattito lasciando le cose
come stanno. Qui, non è in gioco il futuro del sindaco o della sua
maggioranza e neppure la concretizzazione del progetto alternativo di governo
della città delle opposizioni, ma il bene e l’interesse collettivo di una città
che sui beni culturali deve assolutamente dare il meglio di sé per valorizzarli
al fine di favorire lo sviluppo e la crescita economica, sociale e culturale
del nostro territorio”.
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