“Quando dieci anni fa pensammo a
questa rassegna per valorizzare la nostra storia – ha spiegato l’assessore alla cultura Fabio Angilica
– avevamo come piccola ambizione quella di dilatare i nostri orizzonti
culturali e di fare della nostra città un luogo di confronto e sintesi di
diverse culture. Credo che da allora importanti passi in avanti siano stati
compiuti e quella che prima era una semplice idea sia diventata oggi una bella
e dinamica realtà. Tutto nacque nel 2010, quando pensammo di associare ai
festeggiamenti civili del nostro Santo Patrono, Benedetto da Norcia,
un’occasione di riflessione e confronto sulla nostra tradizione benedettina, che
ha segnato per secoli la storia e la crescita culturale, religiosa e civile
della nostra città, introducendoci nell’affascinante mondo di San Benedetto e
dei suoi seguaci. Poi, da cinque anni, il progetto si è ampliato grazie al
finanziamento della Regione Calabria, che ci ha consentito un salto di qualità
notevole nella presentazione degli eventi. Questa decima edizione si è aperta
lunedì scorso, 1 Luglio, con la Mostra fotografica “I volti dell’Umanità”, di
Antonio Vassallo, presso il luogo ideale di sbarco e di sintesi di tutte le
culture, il Porto turistico e più precisamente nella Sala convegni”.
Dopo
i saluti del sindaco di Cetraro Angelo
Aita, e del Consigliere regionale Giuseppe Aieta, ha preso
la parola don Ennio
Stamile, presidente dell’Associazione “San Benedetto Abate” che
ha anche coordinato gli interventi del dottor Mieli.
Una
vera lectio magistralis quella di Paolo Mieli, giornalista – direttore, lo
si ricorderà, del giornale La Stampa e del Corriere della Sera, e
fine saggista e storico – “due mestieri, ha commentato nel corso dei
suoi interventi, che non sono distinguibili, perché non si può fare il
giornalista senza avere il più profondo senso della storia e non si può essere
storico fino in fondo senza avere un profondo senso del presente”. 

È
necessario, nel momento in cui si vuole analizzare il passato, farlo con lo
sguardo rivolto al presente per mettere in discussione alcune verità storiche
che potrebbero invece essere false: non esiste infatti un mondo dove il cento
per cento della ragione o del torto sia tutto da una parte. Dunque, l’esercizio
più utile sarebbe quello di andare a cercare spunti di ragione o di torto dal
punto di vista di tutte le parti in causa sia nel giornalismo che nella storia come
nella politica.
Fondamentale
pertanto il confronto tra persone che guardano con occhio diverso alla realtà
storica o almeno fra i carteggi storici, questo il punto di partenza secondo il
dottor Mieli, per giungere ad una visione multiforme della realtà in generale
senza settarismi. Un atteggiamento di basilare importanza per la crescita
personale ma anche per quella professionale.
“È
sbagliato inoltre fare dei paragoni storici fra passato e presente, ha
concluso Paolo Mieli illustrando fatti del recente passato, la storia non si ripete,
le peculiarità di un’ epoca storica sono sempre diverse rispetto all’attualità:
semmai ci fossero delle similitudini non bisogna lasciarsi suggestionare da
esse. Così facendo non si fa altro che deformare la storia e questo
atteggiamento è semplicemente dannoso ai fini della lucidità storica analitica in
quanto genera confusione mettendo in discussione la capacità di analizzare i
fatti con oggettività”.
Il
folto pubblico presente ha sottolineato con molti applausi e grande
partecipazione l’importanza di un evento ricco di spunti e riflessioni che hanno
indubbiamente stimolato le menti verso una nuova lucidità nel giudicare le diverse
realtà presentate dalla storia.
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